Solo a scriverlo, che sono diventata campionessa del mondo, mi fa venire di nuovo la pelle d’oca! Giovedì 9 agosto 2018 rimarrà sicuramente nei miei ricordi per tantissimo tempo. È stata una giornata incredibilmente emozionante! Correre le staffette (sprint e classica) a dei campionati del mondo è sempre speciale: forse uno dei compiti più belli, ma che prima della gara ti mette anche tanta pressione. Per una volta non corri solo per te, ma per una squadra. Quante volte mi sono chiesta se sarei stata all’altezza di questo ruolo e che nervosismo prima della partenza… Tanta è però stata anche la soddisfazione di poter dare il cambio a Julia in vantaggio dopo la prima tratta e per finire terminare assieme alle mie compagne di squadra Julia e Judith sul gradino più alto del podio, è semplicemente stupendo! La gara è stata molto emozionate e combattuta fino all’arrivo della terza trattista. Io ho corso la prima tratta e già poco dopo il Massenstart ero davanti. Ho preso i miei punti, uno dopo l’altro e al passaggio spettacolo avevo accumulato un bel vantaggio sulle altre. Ho corso gran parte della gara da sola in testa, tranne che per un errore al punto 9 e un’insicurezza al 12 quando sono slittata in seconda posizione. Al punto 13 c’era una scelta lunga di ritorno verso il castello Turaida (centro gara). Ho optato per la scelta da sotto, quindi su strada e con una salita alla fine. Questa ripida salita finale e i 30 e passa gradi non hanno sicuramente aiutato a tenere la mente lucida, e così ho perso altri secondi a pochi metri dal punto senza vederlo. Sul finale Svezia, Russia, Estonia e Finlandia mi sono arrivate molto vicine, ma sono comunque riuscita a dare il cambio a Julia con 9 secondi di vantaggio. Julia e Karolin Ohlsson hanno avuto un bel duello nel bosco, dando il cambio nell’ordine a Tove Alexandersson e Judith. Anche loro hanno lottato testa a testa fino all’ultimo metro. Che tensione per Julia e la sottoscritta aspettare di vedere chi delle due sarebbe arrivata davanti all’ultimo punto, e soprattutto che gioia vedere sbucare la maglia rossocrociata per prima! Un sogno che si è avverato!
Ma la settimana dei mondiali era già iniziata molto bene con le altre competizioni. Il primo weekend si sono svolte le gare sprint nella capitale lettone Riga. Per la sprint nel centro di Riga ero motivatissima: mi ero preparata in modo specifico, con quasi 50 tratte lunghe da esercitare a tavolino e tracciate da diverse persone (grazie ai miei tracciatori!). Le sprint nei nuclei storici mi piacciono molto, e per ritrovare entusiasmo dopo la piccola crisi post europei mi ero posta l’obiettivo di vincere una medaglia. Però, al contrario degli EOC, questa volta l’obiettivo mi ha accompagnata durante la fase di allenamento, ma non al momento della gara. A quel punto ero solo concentrata a correre la mia gara senza aspettative di risultato. La sprint è andata bene, anzi direi molto bene. È proprio stata una bella competizione, con delle scelte interessanti ma anche tantissimi turisti in giro che rallentavano la corsa. Arrivata al traguardo non ho capito lo speaker (poco chiaro e da cui non trapelavano molte emozioni) e quindi, solo dopo aver raggiunto l’allenatrice Vroni ho capito di essere momentaneamente seconda, 16 secondi dietro a Tove Alexandersson. Un’atleta dopo l’altra si sono piazzate dietro di me, finché mancavano solo due atlete: Judith Wyder e Maja Alm. Sapevo che loro due sono fisicamente più forti di me, e dovevo sperare in un loro errore per poterle battere. Alla fine per 6 secondi non è bastato per una medaglia… il 4° rango non è mai bello e quest’anno è stata una vera combinazione tra delusione (così vicina alla sognata medaglia) ma anche sollievo e soddisfazione per essermi tolta dall’eterno 6 rango e per aver dato tutto il possibile nella sprint di quel giorno!
Domenica era in programma la staffetta sprint, in squadra con Judith, Flo e il nuovo membro Fabian. Eravamo motivatissimi e anche preparatissimi per questa gara che si è svolta in un quartiere della periferia di Riga. Io son tornata a correre la prima tratta come l’anno scorso e ho fatto un buon lavoro. A dir la verità la svedese Tove era più veloce fisicamente, ma ha fatto tanti errori, e così ci siamo intercalate al comando della gara durante tutto il percorso. Alla fine ho dato il cambio a Flo in seconda posizione, 4 secondi dietro a Tove. Nelle due tratte degli uomini gli svedesi sono riusciti a distaccarsi un po’ dalla massa, così la quarta e ultima trattista svedese Karolin Ohlsson è partita con un bel vantaggio di 50 secondi. Judith è partita nel gruppone di inseguimento, ed è riuscita presto a staccarsi dalle altre squadre e terminare seconda, ciò che ci ha permesso di portare a casa una bellissima medaglia d’argento!
La settimana dei WOC si è conclusa con la lunga distanza. Al contrario degli EOC, ai WOC avevo un giorno di riposo tra la staffetta e la long e di conseguenza sono riuscita a riprendermi bene. Durante il riscaldamento mi sentivo bene con le gambe in forma. Avevo molto rispetto della gara, ma mi sentivo pronta. Sono partita sicura ma bene, e al secondo punto avevo già recuperato la finlandese Marika Teini partita davanti a me. Questo mi ha dato motivazione. Dopo il 4 punto c’era una scelta lunga dove ho avuto qualche esitazione e all’inizio ho cercato di vedere cosa facesse Marika. Non abbiamo preso la via migliore, perdendo un po’ di tempo nel verde. Lungo una discesa in una valle sono inciampata cadendo e, quando mi son rialzata, il piede sinistro ha iniziato a farmi veramente male. Purtroppo il dolore è andato aumentando tanto che non riuscivo più a correre bene. Ho cercato di allentare un po’ il tape, ma non ha aiutato tanto. Più o meno fino al punto 9 sono riuscita a correre almeno tecnicamente bene, poi il dolore è diventato così forte che non riuscivo più a concentrarmi sulla cartina. Al passaggio spettacolo volevo fermarmi, ma ci vuole così tanta convinzione a fermarsi durante una gara long di un mondiale. Allora ho stretto i denti ancora un po’, ma alla fine ho dovuto accettare la situazione e sono tornata indietro. DNF a una gara dei mondiali… non proprio quello per cui ci si allena tutto l’anno. Purtroppo questa l'altra faccia della medaglia dello sport d'élite. Successo e infortunio possono essere molto vicini….
La settimana dei WOC è stata molto emozionante. È un onore per me poter far parte di un nazionale Svizzera di CO così forte come la nostra. Grazie ai nostri allenatori e allo staff medico possiamo prepararci al meglio alle gare, e grazie allo scambio con i miei compagni imparo tante cose nuove ad ogni allenamento. Non avrei ottenuto questo successo senza di loro! Grazie anche alla mia famiglia e al mio fan club FORZA ELENA che mi sostiene con il tifo più forte del mondo, e da ultimo grazie di cuore anche ai miei sponsor Banca Stato, EGK, Lombardi, Str8 Compass, OL Plus, Sporthilfe e Spitzensport förderung der Armee!
Grazie!!