I mondiali in Cechia sono passati già da una decina di giorni… Per fortuna ho trascorso la mia settimana dopo i mondiali occupata a Macolin a insegnare CO agli studenti di sport, così non sono caduta nella depressione post-mondiali… Mentre ora mi godo un po’ di meriata vacanza in Ticino. Per questo non ho ancora avuto veramente il tempo di capire se essere soddisfatta o meno dei miei risultati. Le emozioni sono ancora un po’ contrastanti… o forse è meglio essere sincera e dire la verità: sono contenta delle mie prestazioni tecniche, ma un po’ delusa dai risultati. Più che altro mi è mancato un risultato “bomba”, quel gran successo o quelle grandi emozioni che avrebbero reso il mondiale più soddisfacente. È però anche vero che il livello raggiunto non mi permette più un exploit ad ogni mondiale. Nel 2016 ho corso la mia prima gara ad un mondiale e ho sorpreso tutti (me stessa inclusa) con il 6° rango. Nel 2017 il grande successo è stata la riconferma del 6° rango, il 5° rango nella long e la prima medaglia mondiale nella staffetta sprint. Nel 2018 chiaramente l’oro nella staffetta è stato il grande trionfo. Invece il 2019 è stata una grande delusione con la middle in Norvegia. Mentre quest’anno non è stato per niente una delusione, anzi, mi sono riconfermata una delle migliori orientiste al mondo con due medaglie e il diploma nella sprint, dei quali posso essere orgogliosa. Sicuramente sono un po’ delusa della long, dove dopo un ottimo tre quarti della gara ho fatto due errori di fila che mi hanno buttato fuori dai top10. Nel complesso posso quindi dire di aver raggiunto gli obiettivi sebbene i sogni fossero un po’ più ambiziosi.
Ma entriamo un po’ più nei dettagli:
Gara sprint a Terezìn
Terreno molto speciale per una gara sprint: una cittadella circondata da un sistema di mura, fosse, trincee e passaggi “segreti”. Ci siamo preparati nel miglior modo possibile con allenamenti a Neuf-Brisach, una cittadina in Francia costruita in modo molto simile. La qualifica è andata molto bene, arrivando seconda nella mia batteria, dietro a Tove Alexandersson. Nella finale gli organizzatori si sono sbizzarriti con vari recinti e proprietà private, rendendo il percorso tecnicamente molto impegnativo. La mia gara è andata bene, ma ho dovuto investire tanto tempo per capire dove passare e come arrivare al punto. Inoltre ho preso una scelta sbagliata all’inizio del percorso, la quale mi è costata più di 10 secondi. Alla fine mi sono mancati 5 secondi alla medaglia di bronzo e 22 secondi all’oro. Da come vedete nella mia statistica non sono mai stata così vicina alla medaglia… motivo per cui sono leggermente delusa del sesto rango anche perché l’ho già occupato tante altre volte!
Foto: Rémy Steinegger
Staffetta sprint a Doksy
Dopo l’oro degli europei avevamo molta voglia di riconfermare la vittoria e vincere il secondo oro mondiale in questa disciplina dopo il 2014 (la prima edizione della staffetta sprint a un mondiale). La gara è partita bene: Simona si è fatta distanziare da Tove di 20 secondi, un piccolo distacco che però gli uomini non sono riusciti a chiudere, anzi, quando sono partita io in quarta tratta, avevo quasi 50 secondi di distacco dalla Svezia e solo 15 secondi di vantaggio sulla Norvegia e un gruppetto di altre squadre. Io ero pronta e motivata. E anche qui ho fatto una buona gara, non perfetta, con un piccolo errore di forse 5 secondi al punto 9, ma comunque una gara che avrebbe dovuto bastare per confermare il secondo rango. Invece la norvegese Andrine Benjaminsen si è avvicinata sempre di più, e nella parte finale, grazie anche a un farsta secondo me un po’ più corto, mi ha superata. Ho lottato e dato tutto, addirittura superandola verso il penultimo punto. Purtroppo però, nello sprint finale era più veloce (e aveva mezzo metro di gamba in più), così per finire, al posto di lottare per l’oro, abbiamo perso anche l’argento…. Ma una medaglia è una medaglia, siamo contenti del bronzo e non ci resta che complimentarci con Svezia e Norvegia che semplicemente hanno corso meglio di noi! Ci rifaremo nel 2022!!
Foto: Rémy Steinegger
Staffeta nel bosco, Hermanky
Correre la staffetta nel bosco per la Svizzera è sempre un grande onore. Dopo la mancata selezione nel 2019 in Norvegia, ero oltremodo contenta di essere di nuovo parte della squadra. Come nel 2017 e nel 2018, anche quest’anno ho corso la prima tratta. Ero chiaramente molto agitata, ma anche pronta per questa sfida. Avevo avuto abbastanza tempo per recuperare dopo le gare sprint e nei tre giorni di pausa mi sono preparata molto bene. Il terreno con le rocce arenarie mi piace molto e quindi ero molto fiduciosa. Il mio obbiettivo, dopo l’esperienza delle gare di selezione a fine maggio dove avevo fatto dei grandissimi errori, era di avere sempre tutto sotto controllo e di reagire subito alla prima insicurezza. E così ho fatto. Ho corso molto bene tecnicamente, soprattutto molto controllato. Non ho fatto il miglior tempo di gara, perché mi sono concentrata a evitare gli errori, a leggere bene e a controllare tutto. Però ho dato il cambio a Sabine in prima posizione con più di 30 secondi di vantaggio. Di questa mia prestazione sono molto orgogliosa! Anche se alla fine non è bastato per l’oro, siamo molto soddisfatte della medaglia d’argento!
Foto: Rémy Steinegger
Long, Hermanky
Dopo le emozioni della staffetta ero pronta e motivata per la long. La mia ottima tratta nella staffetta mi ha anche dato fiducia ed ero pronta alla partenza dell’ultima gara dei mondiali. Sono partita bene in gara, facendo scelte di percorso facili ma veloci. Ho corso bene e senza problemi, ma comunque al punto 6 mi ha recuperato Natalia Gemperle. Ciò mi ha dapprima stupito, ma poi mi son detta che poteva anche essere un vantaggio. Fino al punto 12 è stato così, abbiamo corso a un ritmo molto altro e abbiamo approfittato l’una dell’altra, ma poi io ho fatto un’altra microscelta e Natalia mi ha distaccato di quel poco che è bastato per farmi “perdere il tram”. Ho continuato comunque ben anche da sola fino al punto 15. Qui ho fatto uno stupido errore, scambiando due rocce e perdendo più di due minuti. Dopo questo errore ne è seguito subito un altro, e infine ho perso le energie… anche se avrei ancora potuto lottare per un rango nelle prime 10, ero arrivata al limite fisicamente e durante l’ultimo giretto dopo il passaggio spettacolo ho sofferto tanto. Per finire è risultato il 16esimo rango. Speravo di arrivare nelle prime 10, ma purtroppo era una gara così veloce e “facile” che non ci si potevano permettere errori. E come nella sprint, anche qui la classifica è molto tirata dal 7imo al 20esimo rango.
Foto: Rémy Steinegger e Marc Streit
Ora la stagione internazionale continua con le gare di coppa del mondo a Idre Fjäll e la finale a Cansiglio (Italia) a fine settembre. In Svizzera si continuerà a settembre con i campionati svizzeri. Dopo questa piccola pausa dalla CO sarò di nuovo motivata per la seconda parte di stagione!
Grazie agli organizzatori per averci organizzato delle gare uniche e fantastiche, e a tutti quelli che mi sostengono nella mia carriera da orientista: il mio fan club, i miei sponsor Banca Stato, EGK cassa della salute, AET, Lombardi SA, OL plus, NVII, Str8compass, alla Sporthilfe e Aiuto Sport Ticino, a tutti i tifosi ticinesi, svizzeri e all’estero, alla mia famiglia, ai miei amici e allenatori! GRAZIE!