I tanto attesi, sognati e preparati “eoc2018” sono finiti. E cosa mi rimane? Una montagna di emozioni, di ricordi, di gioie, di dolori, di punti trovati esattamente dove me li aspettavo e di altri trovati con un po’ più di difficoltà, tante scelte giuste, due scelte cruciali sbagliate che son costate care, due medaglie d’oro, un  diploma, e tanti altri avvenimenti che devo ancora digerire. Al momento però prevale un po’ il “vuoto”, cioè la piccola depressione post-EOC. Spero quindi che con questo articolo posso rivivere la mia settimana agli europei e capire cosa ho raggiunto.

Gli europei di corsa d’orientamento in Ticino sono iniziati il 6. Maggio con la qualifica sprint nel bellissimo borgo di Bellinzona. Tra tutti i terreni degli eoc, Bellinzona era sicuramente quella che conoscevo meglio e anche che più mi aveva infastidito di avere “embargato”. Io son sempre nervosa, molto nervosa, ma prima di questa qualifica sprint stavo per morire. Avevo una gran voglia di partire, di iniziare questo campionato, di mettermi alla prova e anche di far vedere come mi sono preparata bene qui in Ticino. Ma dall’altra parte avrei voluto prendere l’uscita Bellizona sud, svoltare verso Locarno, fermarmi a Cugnasco, andare nel mio letto e risvegliarmi una settimana dopo quando gli eoc sono finiti. Ma per fortuna il furgoncino di Swiss Orienteering è svoltato a destra verso Bellinzona e mi ha portato in quarantena al palasport di Bellinzona. La partenza era come prevista su al Castelgrande di Bellinzona, e anche se era “solo” la qualifica, c’era già un gran bel tifo ad aspettarmi. I minuti di prepartenza erano interminabili, soprattutto se ti sei promessa di non guardare negli occhi gli organizzatori e quindi devi saltellare in giro per non incrociare lo sguardo di una Amica in partenza. La gara poi è andata molto bene, ho investito nella lettura della cartina, ma al contempo ho lasciato andare le gambe. Mi ha sorpreso un po’ la scelta su verso Daro con la possibilità di usare la passerella della stazione, ma comunque ciò non mi ha causato problemi. Incitata dai tantissimi tifosi venuti in Piazza del Sole che sentivo già al penultimo punto son volata all’arrivo vincendo la mia batteria. Purtroppo, ho avuto poco tempo per chiacchierare con i miei fans, perché dopo il defaticamento dovevo tornare velocemente in albergo a riposarmi per la finale di Mendrisio di poche ore dopo.

In azione a Bellinzona. Photo by Rémy Steinegger

In azione a Bellinzona. Photo by Rémy Steinegger

Le migliori amiche del mondo

Le migliori amiche del mondo

Anche per la finale ero chiaramente nervosa, ma avendo rotto il ghiaccio in modo molto positivo al mattino avevo molta più fiducia in me. Forse troppa? Altrimenti perché al sceltone verso il punto 5 non mi sono presa il tempo di leggere bene la cartina, vedere tutti i possibili passaggi e le varianti, ma ho preso una delle prime scelte che ho visto, cioè che avevo preparato. Per fortuna in gara non mi sono accorta dell’errore e della perdita di ben 39 secondi, ma ho continuato la mia per me buona gara fino alla fine. Al passaggio spettacolo sentivo tanto tanto tifo, ma non capivo cosa significasse. Ho cercato di dare veramente ancora tutto e all’arrivo ero sfinita. Il risultato: 6 posto con più di un minuto di distacco. Che delusione! All’inizio ero delusa che la mia buona gara bastasse nuovamente solo per il sesto rango, pochi secondi dopo, quando allenatori, tifosi e organizzatori mi hanno detto cosa è successo (che ho completamente sbagliato scelta) son passata alla delusione perché ho capito cosa fosse stato veramente possibile quel giorno con le gambe che avevo. A essere a 29 secondi dalla medaglia di bronzo con una scelta sbagliata dove perdo circa 30 secondi fa un po’ male. Ma in fondo, mi sto lamentando a un alto livello. Il risultato è comunque un bel 6. Rango, quindi un diploma e questo con tutto il nervosismo e la pressione che avevo! Grazie all’euroapero del mio fanclub ho presto dimenticato la delusione ed è arrivata comunque anche un po’ la soddisfazione di ottenere un diploma all’europeo in casa e anche la motivazione per le prossime gare; la forma c’è!

Pronti, partenza, via!

Pronti, partenza, via!

fighting until the end!

fighting until the end!

Premiazione, un po' commossa, soddisfatta e delusa...

Premiazione, un po' commossa, soddisfatta e delusa...

I giorni seguenti sono stati lunghi. Da una parte mi è servito il giorno di riposo, sia per riprendermi dallo sforzo intenso, sia per analizzare e digerire la gara. Dall’altra avevo voglia di rifarmi subito e quindi di correre la staffetta sprint il prima possibile. Ma ho dovuto aspettare fino a giovedì e così mi sono presa il tempo di andare a Serpiano a fare il tifo e a chiacchierare con il pubblico. Ed è stato emozionante vedere Flo vincere la medaglia d’argento!😉 le grandi prestazioni dei miei compagni della nazionale mi hanno motivato e così giovedì era finalmente di nuovo il mio turno per correre. Ma prima di poter partire, ho dovuto nuovamente passare una giornata di nervosismo… Per fortuna l’acquazzone questa volta è arrivato presto, e così alle 17:00, l’ora della partenza della staffetta sprint, il sole splendeva di nuovo! Judith è partita in prima tratta… e che partenza! Ha diretto le danze dal primo all’ultimo punto, dando il cambio a Florian con 55 secondi di vantaggio. Io ero ancora in quarantena, e la pressione è salita. Se i miei compagni vanno così bene, io posso solo perdere….  E invece non è cosi, grazie al vantaggio di 42 secondi che ho ricevuto da Martin Hubmann ho potuto concentrarmi sulla mia gara e dentro me mi son detta: 1) basta fare una prestazione mia normale, anzi posso addirittura prendere la scelta sbagliata e ho abbastanza vantaggio (vedi sprint Mendrisio); e 2) se non porto a casa la vittoria con un vantaggio così non corro più la staffetta sprint. Con queste motivazioni sono “entrata nel tunnel” e ho corso la mia gara, prendendomi il tempo all’inizio per entrare bene in cartina, dando il massimo in salita verso Bigorio, rallentando nel piccolo nucleo, e sparando giù nuovamente a Tesserete. Il giro finale nel parco dell’arena sportiva è stato corto ma intenso. Incanalata e spinta dal grandissimo tifo son volata verso l’ultimo punto, dove mi aspettavano i miei tre compagni di squadra! Purtroppo non è stato come nei miei più bei sogni, dove mi sarei goduta gli ultimi 100m con la squadra. Ancora nel mio tunnel volevo superare la linea dell’arrivo, fermare il tempo, controllare la Si-Card e poi, se tutto è a posto, festeggiare! E anche se faccio una smorfia di dolore nel canalone d’arrivo, la gioia era immensa, così come anche il sollievo di avercela fatta! Che gioia! Vincere la staffetta sprint agli europei in casa è il sogno che si è esaudito! È stata una prestazione di squadra incredibile, con una vittoria dal primo all’ultimo punto di tutta la staffetta sprint. E anche se chi mi ha detto che era “noioso”, visto che abbiamo vinto facile, ci tengo a dire che per nessuno di noi 4 è stato facile o noioso, anzi!

Pronti e via! 42 secondi di vantaggio alla partenza, 1 mintuo e 12 alla fine!

Pronti e via! 42 secondi di vantaggio alla partenza, 1 mintuo e 12 alla fine!

Campioni europei!!

Campioni europei!!

Dopo la vittoria son seguite interviste, foto, premiazioni, conferenza stampa,… ma tutto è così facile quando si ha una medaglia d’oro al collo!

Oro!!

Oro!!

Il giorno di pausa è nuovamente servito per riprendermi da una notte con poco sonno, e poi di cambiare sulla modalità bosco. Venerdì mattina sono state decise le due squadre della staffetta e io sono stata scelta in prima squadra in seconda tratta, assieme a Judith (prima tratta) e Julia (terza tratta). Dopo la preparazione tattica e tecnica è seguito il Model Event a Cademario. Un problema alla schiena si è però fatto sentire dopo l’intensa staffetta sprint, e così ho anche passato varie ore dai fisioterapisti…

Sabato era il giorno della staffetta classica nel bosco. Eravamo alla partenza con due squadre fortissime, ma penso non ci aspettavamo di dominare cosi la staffetta. Infatti Judith ha replicato la sua gara di giovedì ed era di nuovo in vantaggio dal primo all’ultimo punto, vincendo la prima tratta. Questa volta però il suo vantaggio era “normale”, così io son partita in seconda tratta per prima, inseguita da Russia, Norvegia e anche da Svizzera 2. Son partita bene in gara, la partenza era dove me l’aspettavo, primi due punti farsta presi bene, poi al terzo punto dove c’era la telecamera mi sono accorta di essere davanti da sola. Ho avuto una piccola insicurezza al punto 4 ma ho corretto in fretta. Al punto 6 però spunta Simona Aebersold per Svizzera 2 da destra. Non mi sono fatta stressare, visto che sapevo che poteva recuperarmi, visto i suoi risultati precedenti durante la settimana degli eoc. Abbiamo continuato insieme, un po davanti io, poi un po’ davanti lei. Finché a un certo punto Simona ha allungato il passo, e dopo il passaggio spettacolo non sono più riuscita a tenere il passo. All’arrivo il mio distacco su Svizzera 2 era di ben un minuto. E questo senza grossi errori… all’inizio ero quasi un po’ perplessa, ma poi quando ho visto il mio tempo e mi son resa conto di aver fatto un garone (che alla fine si sarebbe rivelato come il terzo miglior tempo di tutti) ho dovuto semplicemente riconoscere che Simona ha fatto una gara incredibile e che lei ha messo in ombra tutte le sue avversarie. Chapeau! Con le nostre gare abbiamo però fatto anche un bel distacco verso dietro, e così in terza tratta abbiamo potuto seguire il duello per la vittoria tra Julia Gross (Svizzera 1 ) e Sarina Jenzer (Svizzera 2). Emozioni un po’x contrastanti, visto che speravo nel recupero di Julia, ma mi dispiaceva per Svizzera 2. Il fatto che due squadre possono correre, ma solo una vale per la classifica è una regola assurda e senza senso, che però ormai è così. Penso meglio per tutti è stato che la gara è stata decisa già abbastanza presto nel bosco a causa di farsta diversi (e non allo sprint finale) e così grazie a una grande gara di Julia con Svizzera 1 abbiamo vinto il titolo di campione europeo, e quindi una seconda medaglia d’oro per me. Questa volta, essendomi ripresa dallo sforzo durante la tratta di Julia, avevo il sorriso stampato sulla faccia ed ero pronta per godermi lo sprint finale assieme alle mie compagne! Che emozioni festeggiare davanti a un pubblico così!

E un grande complimenti a Svizzera 2, che avrebbe meritato la medaglia d’argento! Anche se non valgono per la medaglia, abbiamo fatto una gran dimostrazione di quanto siamo forti noi Flying Swiss Girls!

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Oro!

Oro!

Per concludere la settimana, domenica c’era ancora in programma la lunga distanza, la disciplina regina della corsa d’orientamento. Ci tenevo tanto a questa disciplina nel bel bosco di Capriasca, soprattutto dopo la vittoria di coppa del mondo l’anno scorso a Grindelwald. Già alla partenza però mi sentivo stanca, stanca fisicamente, stanca dai dolori alla schiena e anche stanca dalle tante emozioni. Ero però motivata per questa ultima gara, e consapevole che avrei sofferto. Sono partita molto bene, sentendomi a mio agio e prendendo bene i primi 4 punti. Poi sulla via verso il 5 è già arrivata la prima crisi… ad un tratto mi sentivo stanchissima e lentissima. Arrampicarmi su al punto TV è stata una sofferenza che mi ha fatto pensare “vorrei smettere, non ce la faccio oggi…”. Peccato che a quel punto non sapevo di essere quarta, quindi pienamente in gioco per le prime sei. Così al punto 7, visto che stavo pensando troppo alle mie gambe stanche, alla schiena e a quanto sto soffrendo non ho guardato bene la cartina e ho preso una scelta sbagliata, che mi è costata quasi un minuto. Poi però pian piano mi sono ripresa, facendo per me un’ottima parte centrale della gara. Però, come già a Mendrisio, anche qui senza rendermene conto ho sbagliato la scelta cruciale della gara. Per andare al punto numero 10 si poteva passare a destra o a sinistra dal monte Bigorio, scelta che avevo preparato prima a casa, e dove convinta che sinistra fosse meglio per via del minor dislivello. Ma anche con questa scelta sbagliata il diploma sarebbe ancora stato possibile, se non avessi sbagliato il punto 18. Dalla strada non ho preso bene la direzione ma sono scesa un po’ a caso seguendo una traccia (cosa che non si dovrebbe fare) e ho cercato il punto per più di un minuto e mezzo. A quel punto mi ha anche recuperato Natalia Gemperle, partita 6 minuti dopo e all’arrivo vincitrice della medaglia d’argento. Ho ancora mostrato un bel finale che mi ha portato al 10imo rango finale. Forse un po’ delusa all’arrivo, ma con il top10 ho però comunque raggiunto il mio obiettivo minimo. In questa gara, con le fatiche dei giorni prima, la medaglia non sarebbe stata possibile. Ma il diploma sì, e questo è un insegnamento importante: anche se mi sento stanca, lenta ed è durissima, lo è per tutti. Mai mollare e soprattutto mai perdere la concentrazione!

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esausta all'arrivo della long

esausta all'arrivo della long

E ora i tanto attesi EOC2018 sono finiti.  Il risultato: sesta nella sprint, prima nella staffetta-sprint, prima nella Staffetta e decima nella long. Quattro gare, due ori e due top10. Come si fa a non essere soddisfatti? Certo, nelle gare individuali forse speravo in qualcosa di meglio, forse addirittura in una medaglia nello sprint o in un altro garone nella long come a Grindelwald, ma sarebbe forse stato chiedere un po’ troppo… E come ben si dice, la fame vien mangiando! Sono comunque molto orgogliosa di esser stata una pedina importante per la vittoria delle due medaglie d’oro, aver retto la pressione dei tifosi, dei media e soprattutto quella che mi sono messa addosso io! Sono riuscita a godermi il grande evento, è stato fantastico ed emozionantissimo correre davanti a un pubblico così folto e caloroso e son sicura che questo europeo rimarrà uno dei culmini della mia carriera.

Fan club di famiglia

Fan club di famiglia

Un grande grazie va a tutte le persone che mi hanno sostenuto sia nella mia strada verso gli europei, sia durante il grande evento. La mia famiglia, il mio fan club, i miei sponsor (Banca Stato, cassa malati EGK, studio d’ingegneria Lombardi, OL Plus, Sponser, la Sporthilfe e la “Spitzensport Förderung der Armee”  ), tutti gli orientisti ticinesi ma anche amici e colleghi “non-orientisti” che sono venuti a vedermi, parenti che si son fatti tante ore di colonna al Gottardo pur di potermi fare il tifo. Anche se non ho avuto il tempo di vedervi tutti e chiacchierare con voi, il vostro tifo l’ho sentito! GRAZIE!

E infine devo anche ringraziare gli organizzatori degli EOC e tutti i collaboratori che hanno reso possibile questo evento. Per noi atleti è stata una settimana fantastica, con sette gare tecnicamente molto interessanti, delle belle arene e un’atmosfera fantastica. Grazie per aver fatto conoscere questo magnifico sport al Ticino e alla Svizzera!

Ora mi godo un attimo di pausa, per poi ripartire motivatissima per i prossimi obiettivi, come i mondiali in Lettonia ad inizio agosto!

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